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Lo Sviluppo del Potenziale Umano

di Simone Barbato

 

BIBLIOGRAFIA: 

  

- Abadi, R. V., Jeffery, G., & Murphy, J. S. (2011). Awareness and filling-in of the human blind spot: linking psychophysics with retinal topography. Investigative ophthalmology & visual science, 52(1), 541-548.

 

- Pearn, S. M., Bennett, A. T., & Cuthill, I. C. (2001). Ultraviolet vision, fluorescence and mate choice in a parrot, the budgerigar Melopsittacus undulatus. Proceedings of the Royal Society of London. Series B: Biological Sciences, 268(1482), 2273-2279.

 

- Spillmann, L., Otte, T., Hamburger, K., & Magnussen, S. (2006). Perceptual filling-in from the edge of the blind spot. Vision Research, 46(25), 4252-4257.

 

- E. Laszlo, L’uomo e l’universo, Ed. Urra, 2002, pagg. 26 - 27).

 

- G. L. Schroeder, L’universo Sapiente, 2002, Il saggiatore, pag. 217

 

- M. Teodorani, L’atomo e le particelle elementari, 2007, pag. 153. “Fino alla prima metà del 900 si riteneva che la quasi totalità della massa dell’universo risiedesse nelle stelle e nelle galassie in cui esse sono contenute. Bastava monitorare l’universo con i telescopi, rilevare la luce dei corpi celesti e dedurre, automaticamente, che solo ciò che emette luce è dotato di massa. Poi, proprio da un’accurata analisi delle osservazioni astronomiche ci si é accorti che le cose non stanno così … i corpi celesti luminosi rappresentano solo il 4% della massa dell’universo”, così M. Teodorani, ivi, pag. 149. Vi è, infatti, una materia oscura “avente effetti gravitazionali in molteplici fenomeni astronomici … non emette alcuna radiazione elettromagnetica e quindi non risulta individuabile dagli strumenti di analisi degli astronomi” così Idem, La mente creatrice, 2009, pag. 99. In altri termini, scrive V. Marchi, La scienza dell’Uno, 2007, pag. 31, “noi osserviamo la luce elettromagnetica che interagisce con un solo tipo di materia, quella ordinaria … la realtà dell’invisibile è ben più vasta di quella che appare ai nostri limitatissimi sensi … chi vive il mondo di scena vede solo quel segmento discontinuo di realtà costituito dalla materia nucleare da cui partono le radiazioni elettromagnetiche che impressionano la retina dell’occhio … l’apparato visivo umano riesce a cogliere solo quelle di lunghezza d’onda compresa tra i 400 e i 700 nm”. Ma oltre ad una materia oscura, nell’universo, vi sarebbe anche una energia oscura. Il fenomeno dell’energia oscura “è stato scoperto in epoche recenti, nel 1998, e da allora ha giocato un ruolo sempre più pesante nella conoscenza del cosmo. Gli astronomi hanno, infatti, calcolato che il 74% dell’universo è composto da energia oscura … quindi viviamo in un universo invisibile … L’energia oscura è un termine coniato dal cosmologo Michael Turner, ma la sua esistenza teorica l’aveva preconizzata Albert Einstein inventando la «costante cosmologica» per contrastare gli effetti della gravità e far tornare i conti dell’idea di un universo stazionario allora in voga”, Corriere della sera – scienze, 27 marzo 2010.

 

- Scrive Agazzi: “Il punto materiale della meccanica classica era una idealizzazione del granello di sabbia, e tale era ancora l'atomo dei chimici; la forza era una idealizzazione dell'esperienza della pressione o della trazione esercitata su corpi macroscopici; lo spazio era pensato come il contenitore dei vari oggetti e il luogo dei movimenti, indipendente e distinto da essi; il tempo era concepito come un'entità distinta dallo spazio, che fluisce uniformemente dal passato al futuro e misura le durate degli eventi e il loro ordine di successione … La fisica relativistica e quella quantistica hanno posto fine a tale illusione. Spazio, tempo e materia non sono più pensabili come entità indipendenti, non è possibile concepire la particella elementare come un punto materiale localizzato nello spazio e nel tempo … La conclusione è abbastanza immediata: quei concetti e quelle immagini del reale che traiamo dall'esperienza ordinaria e che ci sembrerebbero caratterizzare la realtà in quanto tale, hanno in effetti una portata limitata, riguardano un particolare livello della realtà (quello appunto dell'esperienza ordinaria), ma non sono adatti a farci comprendere e spiegare altri livelli della realtà, e addirittura della realtà fisica”, Evandro Agazzi, Le frontiere della conoscenza scientifica e l'ipotesi del trascendente, in AA. VV., Valori, Scienza e Trascendenza, Fondazione Agnelli, 1990, p. 5.

 

- G.L.Schroeder, op. cit., pagg. 20 e 32

 

- E. Laszlo, Risacralizzare il cosmo cit., pag. 99.

 

- G. L. Schroeder, op. cit., pagg. 42 - 43.

 

- F. Capra, Tao della fisica, pag. 83: “L'aspetto solido della materia è una conseguenza di un tipico «effetto quantistico» collegato al comportamento duale onda-particella della materia, una caratteristica dei mondo subatomico che non trova l'analogo nel mondo macroscopico. Ogni volta che una particella è confinata in un piccolo spazio, essa reagisce a questa limitazione agitandosi dentro, e tanto più piccola è la regione in cui è confinata, tanto più velocemente la particella vi si muove. Nell'atomo allora sono presenti due forze antagoniste. Da una parte, gli elettroni sono legati al nucleo da forze elettriche che cercano di trattenerli il più vicino possibile. Dall'altra, essi reagiscono a questa limitazione ruotando vorticosamente, e quanto più strettamente sono legati al nucleo, tanto più alta sarà là loro velocità; di fatto, il confinamento degli elettroni all'interno di un atomo porta a velocità enormi, di circa 900 chilometri al secondo! Queste alte velocità fanno si che l'atomo appaia come una sfera rigida, proprio come avviene per un'elica in rapida rotazione la quale appare come un disco. È molto difficile comprimere ulteriormente gli atomi e ciò dà alla materia l'aspetto solido familiare”.

 

- D. Chopra, Le coincidenze, Sperling & Kupfer, 2007, pag. 192

 

-  Osserva G. L. Schroeder: ”proprio in questo momento nel vostro corpo, nuove cellule vengono prodotte alla velocità di quattro o cinque milioni al secondo e vuol dire che … si producono 140 chilogrammi di nuove cellule ogni anno … ciò che eravate un anno fa, gli atomi e le molecole che formavano il vostro corpo non corrisponde a ciò che siete oggi. Il corpo perde e scarta 140 chili di tessuto corporeo ogni anno”, op. cit., pag. 231 e segg.

 

- H. Pagels, Codice Cosmico, Boringhieri, pag. 257

 

- La teoria della Mente estesa del biologo R. Sheldrake.

 

- O. M. Aïvanhov, Leggi della Morale cosmica, Prosveta, 2000, pag. 64.

 

- E. Laszlo, Scienza e Conoscenza n. 27/2009, pag. 34.

 

- W. Heisenberg, Natura e fisica moderna, p. 42. Nel 1927 Heisenberg formulò il suo famoso “principio di indeterminazione” che inizialmente riguardava “la posizione e la quantità di moto di una particella. Le due grandezze non sono determinabili esattamente entrambe: in altre parole se vogliamo definirne una, l’altra è completamente indeterminata. Solo l’osservazione “sceglie” la grandezza da conoscere. Il principio si applica anche ad altre coppie di grandezze … Attorno agli anni Trenta ci furono diversi dibattiti fra i fisici, che culminarono in quella che venne poi chiamata “l’interpretazione di Copenhagen”, in base alla quale l’indeter- minazione non deriva da una limitazione dei nostri strumenti o dei nostri sensi, ma è una caratteristica del mondo, è nella natura delle cose. Non si può separare il fenomeno dall’osservazione, non esiste alcuna realtà oggettiva. Il dualismo mente-materia è scomparso: non si possono separare” così F. Capra, Il punto di svolta, Feltrinelli, 1984.

 

- AA. VV., Complessità e formazione, Enea, 2008, p. 90.

 

- H. Pagels, Il codice cosmico cit., pp. 134 - 137.

 

- Nella nostra cultura “conoscere il mondo esterno significa, di fatto osservarlo ‘a distanza‘, per riprodurlo in maniera più o meno precisa e ‘oggettiva’. Ebbene, a partire dagli inizi del Novecento l’osservatore, grazie alla teoria della Relatività, è un soggetto che guarda il mondo da un punto di vista specifico; con la fisica quantistica, lo ‘perturba’; con la teoria dell’autopoiesi, ‘crea’ la Realtà e se stesso. Insomma, l'interazione con l'esterno non è solo osservativa o conoscitiva, ma è essenzialmente autoformativa. A questa conclu- sione si è giunti per via della logica della circolarità autopoietica elaborata da Humberto Maturana, il quale è convinto che ogni sforzo cognitivo è, contemporaneamente, un atto di auto-formazione e di ristrutturazione del mondo circostante, con il quale ogni soggetto vive in ‘accoppiamento strutturale’. Questo significa che, nella misura in cui la conoscenza è il funzionamento di un sistema vivente nel suo dominio di accoppiamento strutturale, cioè nel suo dominio d’esistenza, l’esistenza dei sistemi viventi implica la conoscenza come modo di realizzarsi del vivente, non come caratterizzazione o come rappresentazione, e neppure come scoperta, di qualcosa che è indipendente da essi”, Complessità e formazione cit., p. 111.

 

- Francisco Varela, Quattro pilastri per il futuro della scienza cognitiva, in Pluriverso, anno V, n. 2, Aprile - Giugno 2000.

 

- L. Dossey, Spazio, Tempo, Medicina cit., pag. 165. Sulle relazioni tra comportamento delle particelle subatomiche e il comportamento umano, cfr. ivi pag. 171 e segg.).

 

- Lothar Schäfer, L'importanza della fisica quantica nel pensiero di Teilhard de Chardin e in una nuova prospettiva dell'evoluzione biologica, “Un Futuro per l’Uomo” n. 9/2005.

 

- E. Laszlo, L'esperienza Akashica - Leggere il campo di memoria e informazione del Cosmo Scienza e Conoscenza, n. 27/2009, pag. 34.

 

- “Dall’Intelletto all’Intelligenza” - La vita psichica, elementi e strutture: Omraam Mikhael Aivanhov

  

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